mercoledì 29 aprile 2009

Non solo Agesci: parte il Ludobus dell'Arci.

È partito venerdì 10 aprile da Civitavecchia il ludobus, la ludoteca mobile gestita dall’Arci di Civitavecchia a favore dei bambini sfollati presenti nei campi di Prata D'Ansidonia, San Nicandro e Tussio.

L’equipe, costituita da educatori ed animatori specializzati, ha affiancato la protezione civile del comune di Civitavecchia in tre  accampamenti piccoli, che non hanno subito forti perdite umane ma piuttosto danneggiamenti di case, di cui si sta verificando, in questi giorni, l'agibilità. Alcuni dei genitori stanno infatti riprendendo a lavorare; oltre alla ricaduta pratica - non sanno infatti dove e con chi lasciare i figli - tutti hanno sottolineato come i bambini siano molto più sereni e spensierati rispetto ai primi giorni.

Oltre ai bambini dei campi assegnati, si sono aggiunti, tramite passaparola, quelli dei campi vicini; nel pomeriggio, inoltre, il ludobus si sposta a San Pio, una frazione vicina in cui, in collaborazione con la Misericordia, si radunano altri 30 bambini.

Hanno tra i 4 e i 10 anni, amano giocare con le cose più semplici e sono molto interessati alle attività di laboratorio, come evidenzia Anna Catena dell’Arci di Civitavecchia che è sul posto: «Nonostante abbiano ricevuto tanti oggetti e giocattoli, si divertono in maniera semplice, ad esempio nei laboratori con materiali da riciclo. E sono più sereni rispetto ai primi giorni in cui eravamo qui: all’inizio, avevano voglia di raccontare le loro storie, chi ha perso un cuginetto, chi la maestra, ma lo facevano guardando in basso. Ora sono sereni, giocano, scherzano, sorridono. E anche le scosse, che continuano, sono diventate un gioco da vivere tutti insieme». Nel frattempo, il ludobus continua ad ottenere successo: oltre ad aver portato sollievo e serenità ai bambini e alle loro famiglie, sono stati richiesti anche momenti di animazione per gli anziani che si trovano sul posto; l’Arci ragazzi di Roma ha dato la propria disponibilità per intervenire con delle turnazioni; si sta progettando un possibile gemellaggio, da realizzarsi quest’estate, tra i bambini di Civitavecchia - si contano circa un centinaio di iscritti - e quelli dei tre comuni coinvolti, con l’obiettivo di tenere un rapporto continuativo e non esaurire nella fase di emergenza questa collaborazione.

lunedì 20 aprile 2009

Alessio

Di Tommaso Caldarelli

Mi presento, sono Alessio Conti, aiuto capo reparto del gruppo Agesci Roma 84.
Ho 22 anni e questo è il mio secondo anno di co.ca., scout dal Branco e nella vita privata sono studente di ingegneria civile alla Sapienza di Roma.
Cosa ti ha spinto a partire?
Per partire non c'è una formula o una chiamata, semplicemente mi è venuto in automatico. Sono partito il prima possibile (in realtà volevo partire subito) perchè ero consapevole di quel che so fare e di conseguenza di poter essere utile per ciò che noi scout eravamo chiamati a fare. Sicuramente in Abruzzo c'è bisogno di aiuto per almeno un anno, ma, per come sono fatto io, il momento migliore per essere davvero utile era la prima settimana. Non per manie di protagonismo o di eroismo (eroismo di che?! stai facendo un servizio per dei tuoi fratelli nel tuo Paese) bensì perchè volevo renderemi utile i primi tempi per dare un'ordine e un metodo per gestire un campo. Cosa che ogni membro degli scout, in teoria, sa fare dal clan.
Parlaci del tuo servizio.
Questa è la seconda volta che ho a che fare con la PC, la prima fu sempre con l'Agesci ai funerali di Papa Giovanni Paolo II. Questa volta sono partito giovedì 9 Aprile e sono tornato Sabato 11 Aprile. Con la mia squadra, il cui referente era Carlo Donati, membro della mia co.ca, siamo partiti come primo contingente del Agesci LAzio, destinazione la tendopoli di Monteluco di Roio, a pochi km dallAquila. Eravamo operativi alle 10,00 sul posto. Non avevo neppure finito di montare la nostra Jamboree con Daniele e Federico (membri della squadra ma di un gruppo di Ostia), che veniamo chiamati da Carlo per spostare tutta l'acqua ed il cibo da un magazzino vicino la nostra tenda per portarlo ad un altro magazzino vicino la cucina_refettorio, che si rova dalla parte opposta del campo. Nei tre giorni passati a Roio ho curato (non da solo) il trasloco, la catalogazione e la sistemazione di tutti i cibi negli appositi magazzini,  con altri scout abbiamo montato il refettorio con i tavoli, svolto servizio mensa/lavaggio, animazione con i bambini del campo, ho montato alcune tende ministeriali, ho eseguito una catalogazione delle tende ministeriali che rimanevano smontate e che necessitavano di una verifica di tutti pezzi e ho dato una mano per quanto riguarda la catalogazione e la sistemazione dei vestiti e generi di prima necessità intima, con allegato lavoro di fattorino. Il tutto si può riassumere dicendo che, quando siamo arrivati avevano appena finito di dare una tenda a famiglia, mentre alla nostra partenza il campo era organizzato ed avviato, tanto che siamo riusciti a coinvolgere in alcune attività (mensa e vestiario) la gente della tendopoli, soprattutto bambini e ragazzi.
Come è organizzata la protezione civile?
La protezione civile è un organismo che potenzalmente è perfetto, ma per il momento il suo limite è la sua frammentazione. Mi spego meglio: c'è l'organismo nazionale che coordina tutte le sue associazioni affiliate. Il problema è che non tutte le associazioni sono in grado di essere operative al 100%. C'è l'associazione più pronta, quella che ha più mezzi e poi c'è pure quella che non ha personale e allora chiama a raccolta volontari che non hanno mai avuto alcun tipo di assaggio di questo tipo di esperienze. Quindi poi, in pratica, ti trovi difronte a realtà che viaggiano a mille, l'Agesci e l'FSE sono di quelle, e a realtà che sono lì e non si sanno muovere senza fare degli errori, che se pur di minimo conto, poi ti fanno perdere una mezza giornata e la reativa prontezza fisica necessaria ad andare avanti.
Come vengono gestiti gli orari di servizio?
Vieni chiamato a fare servizio per 72 ore o una settimana, e quando vai sul posto devi stare sul pezzo per tutto il tempo. La gestione delle mansioni viene sviluppata tendopoli per tendopoli.
Pensi che l'impegno della protezione civile sia sufficiente?se no, perché?
L'impegno si, la preparazione no. Non credo che siamo tutti (l'Agesci fa parte della PC) sufficientemente preparati alla logistica o alla praticità del lavoro da campo. Personalmente dal mio referente Agesci Roberto Bollettini ho imparato molto sul come si deve pensare... un conto è la logistica di un campo di reparto, un altro è la logistica di una tendopoli, sono molto simili, ma ci sono quelle sfumature che se cogli sanno renderti la differenza tra un lavoro ben fatto ed uno mediocre.
Come sono organizzati i campi per l'accoglienza delle persone?
Bene, non è che debbano poi fare molto: registrare nomi e dare tende dove dormire e pasti caldi. Altro discorso è la tempestività d'intervento sui campi. Molti paesi sono rimasti senza aiuti per tutta la prima settimana.
Sono efficienti i servizi offerti dalla protezione civile alle persone? ne sono soddisfatte?
Per quel che ho potuto vedere io sono efficienti e le persone non chiedono di più di quello che è loro per diritto. Non avanzano pretese di alcun genere se non è realmente giusto che abbiano ciò che chiedono.
Cosa pensi dei giornalisti che ci sono, se ci sono? Divulgano realmente quello che succede?
Molti cercano il pezzo alla Kent Brockman (vedi Simpson) per fare colpo sui telespettatori, ma nessuno ha mai realmente riportato la vita da campo. Si è cercato di fare luce solo sui sentimenti di queste persone che non hanno più la casa (cosa pensavano di sentire?! domande inutili e scontate). Io avrei preferito dei servizi che coinvolgessero gli Abruzzesi in positivo, ho visto giornalisti entrare solo nelle tende dove c'erano anziani malati, mai nessuno intervistava un bambino, un ragazzo, una famiglia che continuava, nonostante tutto, a ridere per superare il momento.

Andrea

di Giulio Aprin 

la squadra formata da 7 ragazzi dai 23 ai 27 anni, tra cui il capo Andrea Testa, tutti proveniente dal Gruppo Viareggio 5, è giunta ieri, 18 Aprile, nel campo sfollati di Pianola, una frazione dell'Aquila, dove il Dipartimento di Protezione Civile, insieme al direttivo del Settore Nazionale EPC AGESCI, ha provveduto a spartire gli incarichi e a spiegare le funzioni operative e organizzative nel campo.

Il campo, ci spiega Andrea, ospita circa 500 persone, e la loro squadra si affianca ad un'altra della regione Emilia-Romagna, anch’essa composta da 7 membri.

Che cosa vi ha spinti a partire?
Andrea: Ci eravamo riuniti in una veglia la sera prima, e ci siamo posti proprio questa domanda. E’ stata la nostra risposta a coloro che chiamavano aiuto e avevano bisogno di noi, di un sostegno. Non è stata da meno la grande partecipazione emotiva che ci ha coinvolti e ci ha condotti a fare questa scelta.

Che attività svolgete nel campo?
Principalmente attività ludico-ricreative con i bambini ed i ragazzi, quindi animazione. Abbiamo, infatti, proseguito un progetto, di incontri didattici, ben organizzato, che era stato iniziato dalla squadra precedente.
Poi ci occupiamo dello smistamento e della distribuzione del vestiario alle persone sfollate, del materiale di cancelleria e dei giocattoli.
Comunque, in generale rispondiamo alle esigenze e alla direzione del DPC. Siamo pronti a svolgere le funzioni che ci vengono richieste.

Le prime impressioni all’arrivo? 
Un campo molto bene organizzato ed ordinato, a tal punto che consente una buona qualità della vita per le persone che lo vivono, pur essendo una tendopoli. Le persone sono composte e sono molto volenterose di parlare e raccontare la propria storia, di sfogarsi con noi. E il nostro compito fondamentale è ascoltarle.
I bambini e i ragazzi ci cercano spesso e abbiamo riscontrato una risposta positiva dalle persone con cui siamo in continuo contatto.

Cosa farete nei prossimi giorni?
I nostri compiti sono principalmente quelli che ho elencato prima, se ci dovessero essere altre disposizioni, siamo a disposizioni di tutti.

domenica 19 aprile 2009

Francesco

di Elisabetta Punzi.

Raccontaci.
Per quanto riguarda il servizio che abbiamo svolto... noi stavamo al campo di Arischia, una frazione de L'Aquila, che non è stata troppo colpita, c'è stato "solo" un morto, un anziano colpito da infarto per lo spavento della scossa.
Il servizio che svolgevamo era per lo più incentrato all'animazione dei bambini (il gruppo di Pescara, a cui abbiamo dato il cambio, aveva convinto i gestori del campo a cedere una tenda ed adibirla a ludoteca) la mattina fino a pranzo (anche durante il pasto rimanevamo con loro per farci due chiachiere) e il pomeriggio fino all'ora di cena. Nel nostro campo c'erano anche molti stranieri, per lo più romeni. Il numero di bambini che avevamo variava molto ed erano per lo più maschi (le bambine erano più restie ad intrattenersi) di età tra i 5 e i 12 anni.
Un altro servizio che svolgevamo era quello di passare per le tende a dare i pasti a chi non poteva muoversi (anziani, disabili, etc.). Uno dei problemi che abbiamo subito notato era l'esigenza che avevano, specialmente gli anziani, di fare due chiacchiere, ma essendo solo in 7 era poco il tempo che riuscivamo a dedicare, motivo per cui abbiamo chiesto che dopo di noi venissero due squadre (e così è stato). Questi erano i due principali compiti, poi ci veniva anche chiesto di dare una mano in cucina, "preparare le posate" per i pasti, scaricare-caricare, fare censimenti, etc. etc. insomma momenti di pausa non c'erano.
Lo stato emotivo delle persone, com'è normale, era vario...c'era chi cercava di dare una mano come poteva e si arrangiava e chi "pretendeva" alimentando momenti di tensione (com'è anche preventivabile che ci sia in situazioni del genere). Il materiale... le tende nel nostro campo sono state finite di montare il giorno prima che arrivassimo ed altri bagni sono arrivati "insieme" a noi, invece i lavandini si era cominciati a montarli quando stavamo partendo (sabato 11 Aprile).

Il nostro campo era gestito dalla Protezione Civile del Molise ed era ben organizzato e anche senza conoscerci ci siamo subito trovati bene con chi già era là. Quando siamo arrivati pensavamo di dover ancora montare (a questo ci avevano preaparato) e siamo partiti con guanti da lavoro, etc. etc. Dove stavamo non c'era molto materiale per la ludoteca (mancavano cartelloni, palloni, etc.) Ci siamo quindi dovuti ingegnare con quello che avevamo (bottiglie di plastica, cartoni, scotch), per costruire dei giochi. Molto è arrivato il giorno della partenza, tra cui molte, TROPPE uova di pasqua.

sabato 18 aprile 2009

Gaia

di Guglielmo Risi 

Presentati 
Mi chiamo Gaia, ho 26 anni e sono una capo reparto di Roma...nella vita faccio la ricercatrice universitaria, la formatrice e mi occupo pure di orientamento al lavoro, tanto perchè siamo tutti precari e bisogna fare 8 lavori per vivere...faccio servizio in AGESCI da 5 anni e sono scout da 15, da quest'anno sono IABZ E/G della Zona Ostiense....aiuto sembra una presentazione per l'elezione in comitato...argh... 
Cosa ti ha spinto a partire?
La sensazione che fosse un'emergenza in cui era necessario mettersi a disposizione, subito, per tutte le persone che avevano bisogno e che, una volta tanto, sono vicinissime a noi. Io faccio servizio anche al campo nomadi di Tor de Cenci da 7 anni, e l'idea di sperimentare un servizio altrettanto urgente e altrettanto "vicino", in termini di emergenza sociale, è stata forte, tanto da farmi dare disponibilità da subito. 
Quanto e quando hai svolto servizio per la protezione civile? 
Prima d'oggi non l'avevo mai svolto...siamo partiti con la mia squadra giovedi 9 e siamo tornati a sabato 11. Poco tempo, probabilmente, i turni di una settimana sono secondo me migliori. 
In che luogo hai operato nel periodo del tuo servizio? 
Nella tendopoli di Coppito 
Quali mansioni hai svolto? 
All'inizio facevamo un pò di tutto; appena arrivati ci è stato dato l'elenco delle cose in cui c'era bisogno di dare una mano ai gruppi già organizzati. Segreteria (che ha significato anche fare ordini per materiale base, tipo un pc, una stampante, materiale cartaceo, penne, scotch..), smistamento vestiti, costruzioni varie...poi ci siamo "specializzati" nell'organizzazione, nel senso che abbiamo strutturato la segreteria e tutte le funzioni che svolgeva, abbiamo messo ordine nel marasma di documenti, cose da fare e rapporti con le persone. Abbiamo costruito i lavandini per far fronte al fatto che non sarebbero arrivati per un'altra settimana almeno, abbiamo costruito la bacheca del campo in modo da creare un primo punto di aggregazione in cui sapere le cose fondamentali che succedevano; abbiamo continuato a lavorare insieme al CNGEI che si occupava di tutto lo smistamento nei containers dei vari generi che arrivavano alla tendopoli. Io personalmente ho affiancato il responsabile della segreteria in tutte le mille funzioni che fino a quel momento aveva svolto da solo (!!), vedi informazioni alle persone, coordinamento delle varie forze di volontariato, gestione della tendopoli nell'insieme; ho lavorato allo smistamento nei containers, ho fatto insieme al "capo" dei militari il regolamento del campo con orari, indicazioni e cosi via. 
Come è organizzata la protezione civile? 
Ma...nella nostra tendopoli c'erano tre "grandi capi"; il responsabile della segreteria, uno scout AGESCI, il capo dei militari, il capo campo. Il capo campo era una trottola: doveva sempre girare per parlare con gli altri responsabili, con i fornitori dei bagni, con chi aveva mezzi da guidare...non stava fermo un secondo. Il capo dei militari (capitano? io ancora non l'ho capito...lo chiamiamo Fiore e basta!!) organizzava tutto quello che era materiale che entrava nella tendopoli, il responsabile della segreteria si occupava di tutto quello che era burocrazia, ma fondamentale da seguire per mettere su un apparato che funzionasse. La protezione civile da noi faceva un pò tutto, ed era molto ben disposta a collaborare...dove serviva, andavano. 
Come vengono gestiti gli orari di servizio? 
Quando siamo arrivati non cen'erano; fatto il regolamento della tendopoli è stato più facile, perchè a quel punto si sapeva chi doveva fare la colazione, chi aiutare la protezione civile col materiale, chi stare fisso in segreteria, chi servire ai pasti in generale. Ma orari non ne abbiamo avuti...eravamo in servizio 24 ore su 24 :) 
Pensi che l'impegno della protezione civile sia sufficiente?se no, perché? 
Si e no. Si, perchè si impegnano tantissimo e hanno molte risorse per essere utile. No, perchè in casi come questi è fondamentale collaborare con tutte le associazioni che sono sul campo, e questo sanno farlo molto bene: Croce Rossa, militari, scout, associazioni varie...creare un coordinamento è fondamentale, e la protezione civile, almeno da noi, lo ha capito subito dando da una parte molta autonomia a chi svolgeva i diversi compiti, dall'altra occupandosi con molta professionalità dei servizi che poteva fare solo lei: trasporto, smistamento, e cosi via. 
Come sono organizzati i campi per l'accoglienza delle persone? 
Posso parlare per il nostro...che, comincio a pensare, sarebbe bene non chiamare campo ma tendopoli...sapete, i campi evocano rutte immagini...eravamo organizzati bene, il problema è che molte persone non dormivano stabilmente nella tendopoli, e non avvisavamno quando se ne andavano...col risultato che in una settimana tra noi, la protezione civile e il CNGEI abbiamo fatto almeno 10 censimenti dei presenti...sempre con risultati diversi! Inoltre, c'era un sacco di gente che preferiva comunque dormire in macchina, e veniva da noi solo per i pasti. Per questo alla fine abbiamo creato un sistema di badges (mini cartoncini plastificati) sia per i residenti che per i volontari e per coloro che venivano solo a mangiare; i residenti si prendono il badge quando prendono possesso della tenda, e lo ridanno quando se ne vanno in modo permanente, i volontari lo prendono quando cominciano il servizio, chi viene solo a mangiare li prende per la durata del pasto e poi li restituisce. In questo modo, almeno, si può sapere quanta gente c'è, se dorme o no, e quali volontari sono della tendopoli e quali esterni che arrivano solo per portare materiale e poi se ne vanno. A parte questo, nel momento in cui la segreteria, cioè il coordinamento, funziona, funziona praticamente tutto; a Coppito funziona, in altri campi la funzione della segreteria è presa direttamente dalla protezione civile. 
Sono efficienti i servizi offerti dalla protezione civile alle persone? ne sono soddisfatte?
I "nostri" non si lamentavano mai. Non è una questione di soddisfazione...molti si vergognano, ma profondamente, di essere "costretti" a chiedere. I servizi a cui abbiamo "messo una pezza", come i lavandini, sono stati apprezzati comunque, perchè era semrpe qualcosa fatto da qualcuno che non aveva alcun obbligo, eppure era li per lavorare per tutti. I volontari e tutto ciò che fanno sono molto ben accolti...la gente non è soddisfatta o meno, è posata, disperata ma tranquilla, desiderosa solo di poter tornare alla normalità prima o poi...perciò, nel frattempo, va bene praticamente tutto. 
Come si presentava la situazione quando sei arrivato/a sul luogo?è cambiata nel corso della tua permanenza? 
Quando siamo arrivati c'era molto caos. Da quando ci siamo "installati" in segreteria e abbiamo cercato di creare un coordinamento tra tutti i volontari la situazione si è molto stabilizzata. Credo che l'AGESCI abbia una "mania organizzativa" che in questi casi esce fuori ed è utilissima....facendo attenzione che non si trasformi in burocratese spicciolo. Noi abbiamo cercato il più possibile di creare una base di lavoro per chi sarebbe venuto dopo, e di passare tutte le consegne alle squadre nuove. 
Cosa pensi dei giornalisti che ci sono, se ci sono?divulgano realmente quello che succede? 
Da noi è venuta un sacco di gente...e non ho ancora capito se ciò è bene. Venerdi sera c'è stata la diretta di "Mi manda Rai Tre", ed è andata bene, in quel caso. Ma i giornalisti, a volte, tendono a esasperare le situazioni, nel bene e nel male: nel bene, perchè non basta mostrare alla televisione Piazza D'Arme 1, che è il campo super organizzato ed attrezzato, ma bisogna informare del fatto che attualmente esistono circa 32 tendopoli, e non tutte autorizzate, organizzate ed attrezzate. Nel male, perchè sfruttare questo dramma per fare propaganda politica è proprio una cosa sensa senso. E purtroppo, in questa situazione, sono pochi i giornalisti che tentano di trovare una via di mezzo tra le due esasperazioni. 
Puoi scrivermi quello che pensi sia importante sapere se non ne ho contemplato nei quesiti? 
C'è stata, almeno da noi, ma a quanto ne so anche in altri campi, una collaborazione bellissima tra le associazioni. AGESCI, CNGEI, militari, protezione civile, Croce Rossa....lavoravamo tutti insieme e segni distintivi cen'erano pochi. Questo è stato bellissimo per noi, ma soprattutto per gli abitanti della tendopoli. Credo che la cosa fondamentale da fare adesso sia pensare a un servizio a lungo termine: adesso c'è l'emergenza e tutti corrono in Abruzzo, ma tra un mese? Due? Io sono certa di tornare, con quali modalità non so, ma più o meno costantemente in questi mesi, anche perchè siamo rimasti in contatto diretto con la tendopoli. Ma credo sia importante pensare a strutturare squadre di servizio da qui a novembre, quanto meno, perchè non credo che il temo di ripresa satrà minore: e paradossalmente, serviremo molto più a novembre che adesso!