lunedì 20 aprile 2009

Alessio

Di Tommaso Caldarelli

Mi presento, sono Alessio Conti, aiuto capo reparto del gruppo Agesci Roma 84.
Ho 22 anni e questo è il mio secondo anno di co.ca., scout dal Branco e nella vita privata sono studente di ingegneria civile alla Sapienza di Roma.
Cosa ti ha spinto a partire?
Per partire non c'è una formula o una chiamata, semplicemente mi è venuto in automatico. Sono partito il prima possibile (in realtà volevo partire subito) perchè ero consapevole di quel che so fare e di conseguenza di poter essere utile per ciò che noi scout eravamo chiamati a fare. Sicuramente in Abruzzo c'è bisogno di aiuto per almeno un anno, ma, per come sono fatto io, il momento migliore per essere davvero utile era la prima settimana. Non per manie di protagonismo o di eroismo (eroismo di che?! stai facendo un servizio per dei tuoi fratelli nel tuo Paese) bensì perchè volevo renderemi utile i primi tempi per dare un'ordine e un metodo per gestire un campo. Cosa che ogni membro degli scout, in teoria, sa fare dal clan.
Parlaci del tuo servizio.
Questa è la seconda volta che ho a che fare con la PC, la prima fu sempre con l'Agesci ai funerali di Papa Giovanni Paolo II. Questa volta sono partito giovedì 9 Aprile e sono tornato Sabato 11 Aprile. Con la mia squadra, il cui referente era Carlo Donati, membro della mia co.ca, siamo partiti come primo contingente del Agesci LAzio, destinazione la tendopoli di Monteluco di Roio, a pochi km dallAquila. Eravamo operativi alle 10,00 sul posto. Non avevo neppure finito di montare la nostra Jamboree con Daniele e Federico (membri della squadra ma di un gruppo di Ostia), che veniamo chiamati da Carlo per spostare tutta l'acqua ed il cibo da un magazzino vicino la nostra tenda per portarlo ad un altro magazzino vicino la cucina_refettorio, che si rova dalla parte opposta del campo. Nei tre giorni passati a Roio ho curato (non da solo) il trasloco, la catalogazione e la sistemazione di tutti i cibi negli appositi magazzini,  con altri scout abbiamo montato il refettorio con i tavoli, svolto servizio mensa/lavaggio, animazione con i bambini del campo, ho montato alcune tende ministeriali, ho eseguito una catalogazione delle tende ministeriali che rimanevano smontate e che necessitavano di una verifica di tutti pezzi e ho dato una mano per quanto riguarda la catalogazione e la sistemazione dei vestiti e generi di prima necessità intima, con allegato lavoro di fattorino. Il tutto si può riassumere dicendo che, quando siamo arrivati avevano appena finito di dare una tenda a famiglia, mentre alla nostra partenza il campo era organizzato ed avviato, tanto che siamo riusciti a coinvolgere in alcune attività (mensa e vestiario) la gente della tendopoli, soprattutto bambini e ragazzi.
Come è organizzata la protezione civile?
La protezione civile è un organismo che potenzalmente è perfetto, ma per il momento il suo limite è la sua frammentazione. Mi spego meglio: c'è l'organismo nazionale che coordina tutte le sue associazioni affiliate. Il problema è che non tutte le associazioni sono in grado di essere operative al 100%. C'è l'associazione più pronta, quella che ha più mezzi e poi c'è pure quella che non ha personale e allora chiama a raccolta volontari che non hanno mai avuto alcun tipo di assaggio di questo tipo di esperienze. Quindi poi, in pratica, ti trovi difronte a realtà che viaggiano a mille, l'Agesci e l'FSE sono di quelle, e a realtà che sono lì e non si sanno muovere senza fare degli errori, che se pur di minimo conto, poi ti fanno perdere una mezza giornata e la reativa prontezza fisica necessaria ad andare avanti.
Come vengono gestiti gli orari di servizio?
Vieni chiamato a fare servizio per 72 ore o una settimana, e quando vai sul posto devi stare sul pezzo per tutto il tempo. La gestione delle mansioni viene sviluppata tendopoli per tendopoli.
Pensi che l'impegno della protezione civile sia sufficiente?se no, perché?
L'impegno si, la preparazione no. Non credo che siamo tutti (l'Agesci fa parte della PC) sufficientemente preparati alla logistica o alla praticità del lavoro da campo. Personalmente dal mio referente Agesci Roberto Bollettini ho imparato molto sul come si deve pensare... un conto è la logistica di un campo di reparto, un altro è la logistica di una tendopoli, sono molto simili, ma ci sono quelle sfumature che se cogli sanno renderti la differenza tra un lavoro ben fatto ed uno mediocre.
Come sono organizzati i campi per l'accoglienza delle persone?
Bene, non è che debbano poi fare molto: registrare nomi e dare tende dove dormire e pasti caldi. Altro discorso è la tempestività d'intervento sui campi. Molti paesi sono rimasti senza aiuti per tutta la prima settimana.
Sono efficienti i servizi offerti dalla protezione civile alle persone? ne sono soddisfatte?
Per quel che ho potuto vedere io sono efficienti e le persone non chiedono di più di quello che è loro per diritto. Non avanzano pretese di alcun genere se non è realmente giusto che abbiano ciò che chiedono.
Cosa pensi dei giornalisti che ci sono, se ci sono? Divulgano realmente quello che succede?
Molti cercano il pezzo alla Kent Brockman (vedi Simpson) per fare colpo sui telespettatori, ma nessuno ha mai realmente riportato la vita da campo. Si è cercato di fare luce solo sui sentimenti di queste persone che non hanno più la casa (cosa pensavano di sentire?! domande inutili e scontate). Io avrei preferito dei servizi che coinvolgessero gli Abruzzesi in positivo, ho visto giornalisti entrare solo nelle tende dove c'erano anziani malati, mai nessuno intervistava un bambino, un ragazzo, una famiglia che continuava, nonostante tutto, a ridere per superare il momento.

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