Il campo, ci spiega Andrea, ospita circa 500 persone, e la loro squadra si affianca ad un'altra della regione Emilia-Romagna, anch’essa composta da 7 membri.
Che cosa vi ha spinti a partire?
Andrea: Ci eravamo riuniti in una veglia la sera prima, e ci siamo posti proprio questa domanda. E’ stata la nostra risposta a coloro che chiamavano aiuto e avevano bisogno di noi, di un sostegno. Non è stata da meno la grande partecipazione emotiva che ci ha coinvolti e ci ha condotti a fare questa scelta.
Che attività svolgete nel campo?
Principalmente attività ludico-ricreative con i bambini ed i ragazzi, quindi animazione. Abbiamo, infatti, proseguito un progetto, di incontri didattici, ben organizzato, che era stato iniziato dalla squadra precedente.
Poi ci occupiamo dello smistamento e della distribuzione del vestiario alle persone sfollate, del materiale di cancelleria e dei giocattoli.
Comunque, in generale rispondiamo alle esigenze e alla direzione del DPC. Siamo pronti a svolgere le funzioni che ci vengono richieste.
Le prime impressioni all’arrivo?
Un campo molto bene organizzato ed ordinato, a tal punto che consente una buona qualità della vita per le persone che lo vivono, pur essendo una tendopoli. Le persone sono composte e sono molto volenterose di parlare e raccontare la propria storia, di sfogarsi con noi. E il nostro compito fondamentale è ascoltarle.
I bambini e i ragazzi ci cercano spesso e abbiamo riscontrato una risposta positiva dalle persone con cui siamo in continuo contatto.
Cosa farete nei prossimi giorni?
I nostri compiti sono principalmente quelli che ho elencato prima, se ci dovessero essere altre disposizioni, siamo a disposizioni di tutti.
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